Chiusura contrastata a Wall Street: Nasdaq +0,83%, S&P500 +0,01%, Dow Jones -0,31%. Ad appesantire il clima generale sono stati il deludente dato sull'attività manifatturiera nello Stato di New York e il nuovo record del petrolio, che ha sfiorato i 140 dollari al barile. In evidenza i finanziari: Lehman Brothers +5,4%, su voci insistenti di interesse da parte di importanti fondi di private equity a entrare nel capitale della banca. American International Group +0,5%, dopo che è stato defenestrato l'ad Martin Sullivan, ultima vittima eccellente della crisi subprime. Oggi attesi i risultati del secondo trimestre di Goldman Sachs, +2,1%.Stamattina, andamento erratico sulle Borse asiatiche: Tokio -0,04%, Bombay guadagna l'1%, decima seduta in rosso per Shanghai (-2,5%) e nuovo minimo dell’anno. Qui la crisi si fa sentire di più ed è opportuno ricordare la “faciloneria” con cui qualche guru aveva pronosticato che fino alle Olimpiadi la borsa cinese sarebbe solo salita: -47% da inizio anno. Graficamente, nessun nuovo segnale dalle chiusure di ieri. Gli indici principali continuano ad oscillare nervosamente, dando l’impressione di voler scivolare verso i minimi di marzo. L’S&P/Mib (30.817) indubbiamente è tra gli indici più fragili in questa fase e proietta obiettivi verso 30mila. Variabili macro. Il petrolio ha aperto stamattina a 134,5 dollari, ormai sembra che il mercato si sia abituato a vedere escursioni quotidiane di 10 dollari. www.websim.it
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