martedì 21 ottobre 2008

Super Enalotto

ROMA - Sono 94,8 i milioni di euro in palio martedì sera per chi azzeccherà la combinazione esatta di sei numeri al Superenalotto. Ma un vincitore già c'è: è l'Agenzia delle entrate.

SOMME - Ammonta infatti a 347 milioni di euro gli incassi del Superenalotto realizzati nei primi otto concorsi di ottobre, con un incremento di quasi il 115% rispetto ai primi nove mesi del 2008. In una settimana le giocate sono aumentate del 28%. Nella sola estrazione di sabato scorso sono state giocate complessivamente 135 milioni di combinazioni per un totale di 67,5 milioni di euro: 101,5 milioni di combinazioni con la formula tradizionale e 33,5 milioni con l’opzione SuperStar. Comunque poche per avere la certezza dell'uscita di una combinazione vincente, dato che le combinazioni possibili al Superenalotto sono 622.614.630 a ogni estrazione.

lunedì 20 ottobre 2008

Un po' di respiro per fine 2008 ?

L'S&P 500 americano sembra con le ultime sedute voler donare un po' di tranquillità che si rifletterà su tutti i principali indici mondiali.
Affinchè ciò avvenga è fondamentale una chiusura dell'indice sopra i 996, dimostrando in tal modo la volontà di riportarsi dapprima verso quota 1063 e 1162.
Sopra tali quote il rimbalzo potrebbe spingersi a 1303 decretando la fine di un'impostazione di lungo periodo estremamente ribassista. Difficilmente penso che ciò possa avvenire, almeno non nel breve periodo.
Al contrario una perdita di quota 900 farebbe crollare l'indice verso 776.

mercoledì 8 ottobre 2008

FED E BCE tagliano tassi di 0.5%

All'una di oggi (ora italiana) la Fed e la Bce in un'azione congiunta a sopresa hanno tagliano i tassi.
In america la Fed ha ridotto il tasso sui Fed Funds dal 2% all'1.5%. In Europa la Bce ha abbassato il tasso di riferimento dell'euro dal 4.25% al 3.75%.

Atterraggio

S&P 500 insieme agli altri indici mondiali sta arrivando al punto di atterraggio, posto in area 950-960 punti.
Da qui dovrebbe iniziare un bel rimbalzo. Non è detto che sia la fine della discesa, ma un po' di respirò dovrebbe arrivare per i risparmiatori.

Per chi è short... e ha festeggiato importantissimi guadagni... è quasi giunto il tempo di chiudere le posizioni... e saranno proprio le ricoperture a generale un rimbalzo sensibile

martedì 7 ottobre 2008

ANNUNCIO FED ore 15.00

Borsa Milano accelera insieme all'Europa grazie all'annuncio della Fed sulla creazione di una linea di credito speciale per acquistare commercial paper.

Banche, ecco i fondi di garanzia sui depositi in Europa


I Paesi europei stanno studiando la possibilità di ricalcare la decisione presa dall'autorità irlandese di garantire a tutti i cittadini i depositi bancari. La mossa ha come scopo principale quello di ridare fiducia al sistema. Di seguito offriamo un quadro dei sistemi di garanzia vigenti in alcuni tra i principali Paesi europei, iniziando ovviamente dal nostro:
Italia: il fondo di protezione dei depositi interbancari provvede a un livello minimo di protezione di 20 mila euro per correntista. Il fondo compensa inoltre i depositi presso le filiali di banche italiane in altri Paesi dell'Ue.
Austria: i depositi presso gli istituti sono garantiti fino a un limite di almeno 20 mila euro a persona per banca. Ci sono regimi speciali per istituti commerciali, casse di risparmio e banche cooperative e banche pubbliche: alcune delle quali garantiscono autonomamente importi più elevati.
Bulgaria: il fondo di assicurazione sui depositi garantisce importi fino a 40 mila lev (circa 20.425 euro) per banca. Tutte le banche che operano nel Paese pagano un contributo annuo al fondo, così come gli istituti stranieri che hanno sportelli in Bulgaria ma hanno le sedi in altri Paesi.
Danimarca: il fondo di garanzia per i depositi e per gli investitori copre un ammontare fino a 300 mila corone. Il fondo riguarda tutti i depositi presso le istituzioni finanziarie eccetto gli eventuali debiti del correntista.
Francia: la garanzia sui depositi, conosciuta meglio come "garanzia sul contante" ha un limite di 70 mila euro per correntista. Il massimo dell'assicurazione si applica a ogni istituzione, senza alcuna differenza al numero dei conti aperti da uno stesso investitore in Francia o presso gli sportelli che la banca detiene nell'Eurozona.
Germania: il Sistema di compensazione delle banche tedesche (EdB) è limitato al 90% dei depositi e all'equivalente di 20 mila euro per depositante. Inoltre, il Fondo di protezione dei depositi dell'Associazione delle banche tedesche assicura completamente i depositi dei clienti presso le banche commerciali non coperte dall'EdB fino a un tetto del 30% del relativo capitale di ciascuna banca.
Gran Bretagna: il sistema di compensazione dei servizi finanziari (Fscs) ha un limite della garanzia in 35 mila sterline, tetto che si applica a ogni correntista per il totale dei depositi presenti in una banca. Da segnalare che il Premier, Gordon Brown, ha detto ieri che il Governo progetta di alzare la garanzia per il risparmio presso le banche a 50 mila sterline con una nuova legge.
Grecia: il fondo di garanzia ellenico sui depositi (Tek) assicura i correntisti per gli importi fino a 20 mila euro per banca. Tutti gli istituti finanziano il Tek, compresi gli stranieri che operano nel Paese le cui sedi sono fuori dall'UE. La liquidità del Tek nel 2007 era di 940 milioni.
Irlanda: l'Irlanda prima del nuovo sistema deciso ieri (che garantisce il 100% dei depositi), aveva alzato appena 10 giorni fa a 100 mila euro il tetto garantito da 20 mila euro. Il nuovo impegno di Dublino, che riguarda fino a 400 miliardi di euro di effetti e include depositi commerciali e interbancari, è già in vigore e scadrà nel settembre 2010.
Olanda: la Dgs assicura fino a 40 mila euro per correntista anche se ha diversi conti. I primi 20 mila sono garantiti in toto, mentre per gli altri 20 mila il depositante è esposto a una perdita del 10%. Portogallo: il fondo di garanzia assicura l'intero valore depositato dai correntisti in ciascuna banca, quanto questo ammontare non supera i 25 mila euro.Slovenia: il fondo garantisce fino a 22 mila euro a tutti i depositi bancari nel paese.
Spagna: l'importo garantito è limitato a un massimo di 20 mila euro per depositante

LA SFIDA PER TORINO



venerdì 3 ottobre 2008 alle ore 12.04
Vi propongo in anteprima la mia replica all'articolo a firma di Luigi La Spina (apparso su "La Stampa" lo scorso 26 settembre e qui di seguito riportato) e non ancora pubblicata dal quotidiano, a causa dello sciopero dei giornalisti di questi giorni. Inviatemi i vostri commenti !!DESTRA SENZA FASCINODi Luigi La SpinaA tre anni di distanza dall'appuntamento elettorale, Enzo Ghigo, lancia la sua candidatura per la poltrona di Palazzo di Città. Anche se l'onda di favore popolare, in Italia, per il centrodestra si prolungasse fino al 2011, l'impresa appare difficile. La prevalenza dello schieramento opposto è così lunga da aver indotto il centrodestra torinese a una sindrome vittimistica, in parte anche comprensibile ma di sicuro controproducente. A questo proposito, i leader dell'attuale opposizione cittadina dovrebbero rispondere a una domanda alla quale non servono repliche autogiustificative: perchè, ormai da molto tempo, la classe dirigente non trova nel centrodestra stimoli di discussione, di confronto, che l'avvicinino a quello schieramento? Perchè non solo il mondo della cultura umanistica, tradizionalmente lontano dal centrodestra, ma anche quello della scienza e della tecnologia appare più orientato al centrosinistra? Perchè gli ambienti delleprofessioni, dagli avvocati ai commercialisti, dagli ingegneri ai medici guardano, in prevalenza, dall'altra parte? Perchè persino l'imprenditoria torinese non sembra sostenere con nettezza, nalla città, i partiti del centrodestra? Può essere vero, naturalmente, che il fascino del potere seduca di più di quello che emana da chi sta all'opposizione. Ma la spiegazione vale soprattutto come alibi consolatorio. Essere non direttamente respobsabili delle scelte che prevalgono in città consente, infatti, una libertà di opinione, una spregiudicatezza intellettuale e anche ampi spazi di manovra politica e amministrativa molto favorevoli per attirare segmenti ampi di cittadinanza insoddisfatti o dubbiosi dell'operato di chi comanda.Senza scadere nella grigia, ripetitiva e sterile polemica quotidiana contro il centrosinistra o nel demagogico sfruttamento del mugugno subalpino contro qualsiasi novità che si affacci sul panorama torinese, il terreno di unconfronto stimolante,di una sfida culturale e politica è vastissimo. Stuoisce, perciò, che, guardando al recente passato, questo campo sia rimasto così desolatamente vuoto.L'isolamento rispetto agli interessi della società civile, l'autoreferenzialità, il mancato ricambio di forze giovani, fuori dal solito circuito del professionismo politico di lunga data, non sono naturalmente prerogative esclusive del centro-destra . Ma, per chi sta all'opposizione, sono difetti più gravi, perchè non si giustificano neanche con le convenienze di una costante gestione del potere.
LA RISPOSTA DI ENZO GHIGO:
Si fa in fretta a dire vittimismo, ma dopo quindici anni d’opposizione qualche riserva sui meccanismi dell’alternanza mi sembra pure legittima. Confrontarsi con l’analisi di Luigi La Spina (“Destra senza fascino” su La Stampa del 26 settembre), questa volta è ancora più difficile. Per onestà si deve ammettere che i rilievi mossi al centrodestra saranno anche urticanti, ma fanno riflettere.Ripercorrendo l’avventura politica di Forza Italia, occorre riconoscere che il radicamento che essa ha avuto, fin dall’inizio, nel capoluogo piemontese è stato insufficiente, credo per un concorso di cause. Intanto, la presenza delle “giunte rosse” aveva già permesso alla sinistra di consolidare i suoi oliati meccanismi di formazione del consenso, di creare un blocco omogeneo e tendenzialmente egemone, secondo la lezione gramsciana. Sul finire della prima repubblica, questa struttura riusciva a stringere un’alleanza con quella che un tempo si sarebbe definita la borghesia illuminata, e oggi magari i salotti. Perché è avvenuto? Indubbiamente c’è stata un reazione di rigetto verso un movimento allora nuovo, Forza Italia, percepito come minaccioso per gli equilibri che faticosamente questi ambienti d’elite avevano creato. Un governo di sinistra può fare cose che un governo di destra non può permettersi: era questa la linea, non priva di una sua logica “pratica”, dettata dal personaggio più influente di Torino. Una linea su cui la componente liberal-democratica si è adagiata, puntando (e in parte riuscendovi, come dimostra la candidatura Castellani) a pilotare verso la modernità il blocco operaista in via di sgretolamento.Forse c’è stata anche una motivazione opportunista, sicuramente c’è stata, con le solite eccezioni, la volontà di mettere tra parentesi le proprie convinzioni ideali per un’alleanza utilitarista. Ora l’incantesimo di “fare con la sinistra cose di destra” mi sembra rotto. Anche perché questi schemi ideologici appaiono superati, e non è di destra, ma semplicemente di buon senso, fare la Tav, gli inceneritori, i grattacieli. E discorsi analoghi si potrebbero fare per le farmacie comunali, da collocare quanto prima sul libero mercato, o sui giochi di potere che stanno dietro alle aggregazioni di Iride: c’è qualcuno che si chieda quanto eventualmente risparmieranno i torinesi sulle bollette di luce e gas? Torino, per uscire dal torpore post-Olimpico, ha bisogno di uno scatto, ma farlo insieme alla sinistra antagonista si sta rivelando impossibile: l’ha capito Veltroni, ne prende atto anche Chiamparino - mentre Bresso è ancora in trincea - e forse pure la società civile “liberale” se ne è accorta. A queste persone voglio dire: se è vero che una sconfitta insegna più di cento vittorie, allora potete star sicuri che certi errori non li commetteremo più. E’ anche questo il senso della mia disponibilità a fare il sindaco di Torino, non a ridosso del voto, ma quando mancano ancora due anni e mezzo: il tempo necessario per un programma serio di rilancio, che unisca le anime della città capaci di stare al passo con il cambiamento, se non di dettarne il ritmo.

Ricchi & Poveri

Forse state pensano che dato il periodo nefasto mi sia dato alla cultura musicale degli anni '70.
Non è così. Purtroppo la nostra società si sta dividendo sempre più nettamente in due fasce: la prima costituita dai ricchi e l'altra costituita dai poveri.
Oggi esistono i cosiddetti "nuovi poveri" : persone che fino a qualche anno fa dimostravo di poter vivere con dignità e decenza rispettando le più elementari norme di ritegno ed orgoglio.
Padri separati, nuovi laureati, imprenditori falliti questà la è nuova società dei poveri.
Dall'altra parte ci sono i ricchi che riesco ad incrementare di anno in anno la propria ricchezza donando a sè stessi e alla propria famiglia lussi via via maggiori.
Ma se dovessi dare una definizione di povero quale daremmo ? io personalmente ho pensato a questa: "Colui che non ha possibilità razionali di accrescere il suo patrimonio in maniera consistente tale, da garantire una sussistenza a lui e alla propria famiglia senza lavorare".

mercoledì 1 ottobre 2008

Le banche USA - Le banche europee

Tutti pronti contro le banche USA e gli stessi si schierano a favore delle banche europee, lodando la maggiore affidabilità e la minore propensione al rischio.
Ieri sera vedendo un noto programma televisivo in tv, ho sentito l'intervento di un professore di Economia che spiegava come senza le banche USA Larry Page e Sergey Brin, fondatore di Google, non sarebbero mai riusciti a farsi prestare 700 milioni di dollari per iniziare un'attività!
E, così, migliaia di altre persone!
In USA premiano le idee, in Italia si prestano soldi ai soliti noti, legati alla politica e alle conoscenze nelle lobby.
Gli Stati Uniti avranno affrontato con troppa leggerezza alcuni questioni, ma sicuramenete a loro dobbiamo lo sviluppo tecnologico mondiale, ed il nostro "benessere".

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